Pubblicato su ArtSpecialDay il 23/10/2018
Ad un secolo di distanza Klimt e Schiele tornano a farci rivivere la Vienna dell’oro e dell’eros, della natura e dell’istinto, nel suo periodo più fervido di inizio secolo. A conclusione di un anno ricco di mostre, organizzate per celebrarne il centenario, Gustav Klimt (1862 – 1918) e Egon Schiele (1890 – 1918) approdano sul grande schermo.
Klimt e Schiele. Eros e Psiche è il secondo appuntamento della serie La Grande Arte al Cinema, un progetto esclusivo di Nexo Digital, distribuito in collaborazione e con i media partner Radio Capital, Sky Arte e Mymovies.it. Il docu-film Klimt e Schiele. Eros e Psiche, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e in collaborazione con TIMVISION Production, arriverà in nelle sale italiane il 22,23,24 ottobre, in attesa di essere distribuito in tutti i cinema del mondo. Scritto da Arianna Marelli e diretto da Michele Mally, con la partecipazione straordinaria di Lorenzo Richelmy che con la sua voce ci guiderà nella sfarzosa Vienna tra il fine Ottocento e l’alba del XX secolo, immersa nella musica e nell’arte, tra oro e sensualità, preziosismo e armonia, in uno dei momenti più intensi del rinnovamento artistico europeo.
Visionari e rivoluzionari come pochi, le opere di Klimt e Egon Schiele continuano ad attrarre visitatori da ogni dove, ispirando e incantando intere generazioni. Due artisti che suscitarono ben presto scandalo, rappresentando pulsioni naturali, istintive, che diventarono i principali oggetti di studio delle loro opere: l’anima dell’uomo messa a nudo. D’altronde quelli furono gli anni delle grandi conquiste: le donne cominciano a reclamare la propria indipendenza, Freud pubblica L’interpretazione dei sogni e i suoi studi sulla psicanalisi rompono i molti tabù sull’eros e l’inconscio. Sono quest’ultimi due elementi che faranno da fil rouge nella narrazione del film. Le opere di Klimt e Schiele, protagonisti indiscussi di questo rinnovamento del modo di concepire l’arte, l’uomo e la sua condizione umana, guideranno lo spettatore tra le sale dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches, del Leopold, del Freud e del Wien Museum.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, l’impero austro ungarico è sul viale del tramonto e nel 1918 ci lasciano due dei più grandi interpreti della condizione umana: Egon Schiele (muore ventottenne nell’ottobre dello stesso anno, una delle molte vittime della febbre spagnola) e il suo maestro Gustav Klimt che, nel 1897, aveva dato vita alla Weiner Secessione(secessione viennese). «Ad ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà» sono queste le parole scolpite sopra l’edificio progettato da Joseph Maria Olbrich, che diventerà l’icona della Secessione di Vienna.
Anni ricchi di grandi trasformazioni (la fondazione della psicanalisi, le teorie sulla sessualità e le emozioni represse), anni in cui le donne acquistano un ruolo attivo, al centro della vita pubblica. Elementi che i due artisti interpretano in maniera tanto forte quanto radicale, al punto da essere considerate “scandalose”.
La forte sensibilità artistica di Egon Schiele, capace di dare forma alla potenza delle esperienze emotive interiori, con nudi contorti dal segno tormento e dalla violenza cromatica, gli costò un’incarcerazione e un processo a Neulengbach. Nell’eterna ricerca della dimensione dell’eros e della sensualità, il preziosismo gotico di Gustav Klimt e il suo disegno armonico, mostravano la donna come mai nessuno aveva fatto fino ad allora. Un inno alla bellezza e non solo, quelle di Klimt e Schiele sono donne fiere, forti e consapevoli che si mostrano con sfida allo sguardo dello spettatore.
Lo stesso sguardo che oggica è pronto a parlarci nell’attesissimo film che, nel centenario della loro morte, celebra i due più grandi maestri che abbiano mai rivoluzionato il modo di concepire le passioni umane, fra sogno e inconscio, oro e eros.
Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.
Gustav Klimt