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Il favoloso mondo del Cirque Calder

Cirque Calder

Straordinari equilibristi, trapezisti e giocolieri, domatori di leoni e affascinanti animali ammaestrati, dalle foche agli unicorni, tutti componenti del favoloso Cirque Calder, creato dalla mente e le mani di Alexander Calder (1898, Filadelfia – 1976, New York).

Alexander Calder è stato uno scultore americano, oggi famosissimo per le sue sculture, filiformi e mobili, tanto da sembrare leggere macchie di colore che aleggiano in un mondo fantastico, ma pochi lo conoscono come quel giocherellone che tra il 1926 e 1931 diede vita al Cirque Calder.

Fin da piccolo, figlio di scultori, ha amato costruirsi piccoli giocattoli da solo, spesso con pochi elementi (cosa che sarà la cifra distintiva dei suoi personaggi), fil di ferro e qualche stoffa. Questo suo amore per la manualità non lo lascerà mai, neanche dopo i suoi studi in ingegneria meccanica.

L’interesse per il circo si accese quando nel 1925, a New York, iniziò a lavorare come illustratore per la National Police Gazette, che lo mandò a disegnare delle scene dei circhi Ringling Bros. e Barnum & Bailey.

Nella Parigi del 1926, Calder crea i suoi primi animali e altri bizzarri personaggi meccanici dall’anima in fil di ferro, cuoio, stoffa e materiali di recupero, cominciando così a dare forma a quello che sarà il famosissimo Cirque Calder. Ogni personaggio prendeva vita attraverso fili e leve mosse dalle mani dell’artista stesso che, in maniera piuttosto elaborata, iniziava uno spettacolo di circa due ore.

Oggi, il Whitney Museum di New York possiede tutte le componenti del circo, e alcuni video, fortunatamente, restano testimoni di quello che è stato senz’altro uno spettacolo da non perdere. I video mostrano Calder in persona mettere in scena lo spettacolo, i personaggi e i meccanismi del fantastico circo prendono vita sotto le mani stravaganti dell’artista che muove le redini dello spettacolo improvvisato. Un’opera ricca di sperimentazione che ritengo si possa definire al limite tra scultura e performance. Ogni oggetto e personaggio del Cirque Calder è stato realizzato in modo tale da poter essere portato facilmente in giro, all’interno di un grande bagagliaio (anche se finì per riempirne ben 5) che l’artista trasportava da un’esibizione all’altra. Parigi fu la prima città a godere di questa fantasiosa esibizione, in seguito anche a New York, riscuotendo un forte successo.

Accanto ai suoi piccoli personaggi Calder, inizierà a creare sottili oggetti astratti, appesi a steli di metallo che l’aria o dei motori muovono poeticamente, per poi iniziare a creare anche grandi sculture in acciaio ancorate al terreno. Sarà Marcel Duchamp a battezzare le sue sculture fluttuanti con il nome “mobiles”, e Jean Arp darà il nome alle sculture immobili “stabiles”. Forme astratte dai colori primari che, nel 1974, unirà per formare la serie dei “Grags”, appendendo le sculture mobili a quelle stabili.

Nel corso della sua vita Calder non ha mai smesso di dare i suoi spettacoli, neanche dopo essersi accasato in una fattoria con l’amata Louisa James (pronipote dello scrittre Henry James), dalla quale ha avuto due figlie. Nel 1952 partecipò alla Biennale di Venezia e vinse il Primo Premio per la Scultura. Tra le sue sculture monumentali spiccano: La Spirale per l’UNESCO nel 1958, Man per l‘Expo del 1967 di Montreal, ma la sua scultura più grande (alta 20,5 metri) è El Sol Rojo,costruita per i Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968. Teodelapio è, invece, la prima e l’unica installazione monumentale di Calder che dona alla città italiana di Spoleto, in occasione del Festival dei Due Mondi nel 1962. La scultura, nei suoi 18 metri di altezza, è diventata uno dei simboli della città, immersa nel dinamismo del traffico cittadino serve anche da rotatoria per i veicoli.

Calder ci lascia a New York nel 1976 e, nel 1987, la famiglia dà vita alla Fondazione Calder, con l’obiettivo di tutelare le opere dell’artista e collaborare per esposizioni e pubblicazioni.

Attualmente, il record d’asta dell’artista è stato battuto nel 2014 dalla casa d’asta Christie’s, che ha venduto la scultura Poisson volant (Flying Fish) del 1957, per 25,9 milioni di dollari.